Il direttore sportivo nei dilettanti: l’analisi della figura alla luce delle novità introdotte dalla riforma dello sport

Nel bell'articolo di Italia Oggi-Diritto e Sport viene presa in esame la figura del “direttore sportivo” che rientra tra le figure di “lavoratori sportivi” elencate dall’art 25 del dlgs 36/2021, conseguentemente a tale figura si applicano tutte le norme che regolano il regime contrattuale, assicurativo, fiscale e pensionistico del lavoro sportivo. Le fattispecie applicabili sono il rapporto di lavoro dipendente, il lavoro co.co.co., oppure il rapporto come professionista con partita Iva e non si esclude la possibilità di incarichi occasionali, esempio per un periodo in cui si svolge un determinato torneo. Fondamentale - sempre ai sensi dell’art. 25 citato - che tale rapporto di lavoro intercorra con una Asd o Ssd iscritta regolarmente nel registro Rasd

Alcuni elementi chiave del contratto del direttore sportivo

  • Funzioni specifiche: definire esattamente quali compiti il direttore sportivo dovrà svolgere.
  • Modalità del compenso: definire la retribuzione, i bonus, le eventuali indennità e rimborsi spese e le modalità di pagamento. Si può prevedere anche un sistema di bonus legato ai risultati sportivi
  • Clausole di risoluzione anticipata: stabilire le condizioni in cui il contratto può essere risolto anticipatamente da entrambe le parti, ad esempio in caso di mancata soddisfazione dei risultati o di mutuo consenso
  • Norme sulla concorrenza e riservatezza: stabilire se il direttore sportivo possa svolgere altre attività lavorative e se possa lavorare per altre società, anche in modo diverso. Fissare un impegno alla dovuta riservatezza circa i metodi seguiti nello svolgimento dell'incarico affidatogli e a non divulgare eventuali notizie sulle attività svolte, di cui sia in possesso
  • Norme sulla privacy e sulla sicurezza sul lavoro: esplicitare la normativa applicata anche in ragione della tipologia di contratto

La legge non prevede un titolo di studio obbligatorio per svolgere tale incarico che viene affidato in virtù del complesso di competenze presentate. Parliamo di competenze in termini di esperienze collegate al ruolo e competenze in termini di conoscenze specifiche, tra queste è senz’altro rilevante l’avere eventualmente svolto dei corsi, o avere un titolo di studio ad hoc. In alcuni ambiti e per alcune federazioni viene invece richiesta una formazione obbligatoria, pensiamo in primis alla Figc (calcio), ma anche alla Fig (golf), Fip (pallacanestro), Fipav (pallavolo).
Ancora il dlgs 36/2021 art. 42 illustra uno dei possibili percorsi formativi: “per l'esercizio dell'attività professionale di manager dello sport è necessario il possesso della laurea magistrale in organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie (classe LM-47)” e dal mondo universitario emergono tante proposte di percorsi orientati a creare questa classe di dirigenti sempre più richiesta.
Ritengo che una questione sottovalutata sia la definizione dei compiti del direttore sportivo in rapporto alle concrete caratteristiche e dimensioni di Asd e Ssd.
Il legislatore scrive il Direttore sportivo “Cura l’assetto organizzativo e amministrativo di una società sportiva con particolare riferimento alla gestione dei rapporti fra società, atleti e allenatori, nonché la conduzione di trattative con altre società sportive aventi ad oggetti il trasferimento di atleti, la stipulazione delle cessioni dei contratti e il tesseramento” (art. 2 del dlgs 36/2021).
Peccato che questa definizione sembra la copia adattata del testo del Regolamento della Figc del 26/11/2018:

“ È direttore sportivo, indipendentemente dalla denominazione, la persona fisica, che, anche in conformità con il Manuale delle licenze Uefa e con il Sistema delle licenze nazionali per l’ottenimento delle licenze, svolge per conto delle Società Sportive professionistiche, attività concernenti l’assetto organizzativo e/o amministrativo della Società, con particolare riferimento alla gestione dei rapporti fra società e calciatori o tecnici e la conduzione di trattative con altre Società Sportive, aventi ad oggetto il trasferimento di calciatori, la stipulazione delle cessioni dei contratti e il tesseramento dei tecnici, secondo le norme dettate dall’ordinamento della Figc”. 

Tuttavia noi siamo nel settore dilettantistico e non professionistico ed inoltre esiste una eterogena gamma di discipline sportive oltre al calcio, quindi potremmo dire – pensando alle Asd e Ssd affiliate con i vari Eps e Federazioni - che il Direttore Sportivo è una figura assimilabile al dirigente sociale, con compiti di carattere organizzativo e amministrativo; dove il riferimento alle trattative con altre società è attività importante ma non esclusiva per caratterizzare tale figura, per la quale sono invece essenziali un kit di competenze manageriali in questi ambiti: associazionismo sportivo e terzo settore; gestione e organizzazione; amministrazione; normative e fisco; marketing; comunicazione e leadership; gestione delle risorse umane. Non ultima la conoscenza delle discipline sportive praticate dal sodalizio che affida l’incarico.   

Non è una figura obbligatoria. Un dirigente, un membro del consiglio direttivo, lo stesso presidente di una Asd possono svolgere tanti compiti e funzioni di carattere manageriale.
La qualifica di direttore sportivo è però essenziale per applicare gli aspetti contrattuali, giuslavoristici, previdenziali e fiscali previsti per il lavoro sportivo.
Potremmo aggiungere che in alcuni casi l’incarico potrebbe essere anche non congruo con le caratteristiche ed esigenze del sodalizio. Esempio: una Asd si occupa della disciplina Coni BI001 ginnastica salute e fitness con corsi rivolti alla terza età e circa 50 tesserati per l’anno sportivo, è una scelta opportuna contrattualizzare un direttore sportivo? In questo caso – come si fa del resto da anni – è il consiglio direttivo che cura gli aspetti gestionali-amministrativi, le attività sportive, la promozione del sodalizio.
Al contrario potrebbero esistere realtà molto strutturate per dimensioni quanti/qualitative dove è possibile la presenza di più direttori sportivi. Esempio: sono presenti settori agonistici per più sport e discipline, sono presenti attività rivolte a sportivi e atleti dilettanti di fasce di età molto diverse, sono svolte attività a livello nazionale o all’estero.

In conclusione siamo di fronte a una figura importante che sta assumendo un ruolo sempre più strategico, tuttavia - anche laddove non venga affidato questo incarico specifico - ogni dirigente sportivo deve essere consapevole che dopo la riforma dello sport è necessario acquisire nuove competenze e aggiornarsi costantemente.